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Pisolithus arhizus ( Pers.) Rauschert

Dettagli
Gasteromiceti
21 Novembre 2022

Pisolithus arhizus ( Pers.) Rauschert

Gruppo Gasteromiceti
Genere Pisolithus
Specie arhizus
Etimologia Pisolithus = pisello di pietra arhizus = senza radice

Carpoforo: con dimensioni che arrivano a 15 cm. di diametro e lunghezza fino ai 30
cm., ha forma variabile , globoso a lungo piriforme, da claviforme a reniforme. Alla
base e provvisto da una parte sterile affondata generalmente nel terreno.
Peridio: dapprima liscio, con colorazione che va dal biancastro al biancastro giallo,
dopo color bruno –ocra, bruno scuro.
Gleba: si presenta molto caratteristica, con disegno evidente a nido d’api, formata da
peridioli giallo zolfo in gioventù, lisci succosi, poi color caffè e polverosi, il tutto si
trasforma in una polvere formata da miriadi di spore che fuoriesce dalla parte
superiore che si lacera in modo molto evidente.
Gambo: Pseudo gambo costituito dalla parte sterile .
Anello: assente
Carne: costituita dalla gleba, si presenta compatta e succosa, secernente alla
pressione un liquido giallastro con potere altamente colorante. Odore penetrante non
da tutti gradito. COMMESTIBILE
Habitat: nasce generalmente in terreni poveri di calcio, sabbiosi, dopo bevi piogge,
sia sotto latifoglia che aghifoglia.


Microscopia: basidiospore color bruno caffè, globose, ornate da evidenti aculei,
micr. 8-12: Foto in acqua 1000 ingrandimenti (100X).
Note: una specie molto particolare, con crescita poco comune, dapprima semi ipogea,
poi con uno sporoforo che si erge anche per oltre 30 cm. lacerato e polveroso. La
sua crescita è più frequente nell’aria mediterranea, dove viene raccolto e consumato
quando giovane. A causa del suo potere colorante, veniva usato in passato per
colorare la lana. Viene chiamato anche “Tartufo di Boemia”.
Micologo Nicola Amalfi

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Battarraea phalloides ( Dicks. : Pers. ) Persoon

Dettagli
Gasteromiceti
07 Novembre 2022

Battarraea phalloides ( Dicks. : Pers. ) Persoon

Gruppo Gasteromiceti
Genere Battarraea
Specie phalloides
Etimologia Battarraea = dedicato a Giovanni Antonio Battarra phalloides = simile
al fallo.
Basidiocarpo: si presenta semiipogeo, inizialmente arrodondato, globoso – ovoidale,
da dove attraverso un apertura apicale, in seguito si sviluppa un gambo lungo e
cilindrico, alla testa del quale resta una specie di cappello. Nella parte inferiore, la
base rimane in una volva inguainate, dapprima gelatinosa, poi asciutta e fragile.
Esoperidio: bianco sporco, membranoso e sottile, si lacera in due parti, la prima
rimane alla base formando un pseudo-volva, l’altra che va nella parte apicale del
gambo, si dissolve lasciando esposta la gleba.
Endoperidio: subsferico-convesso, irregolare, bianco sporco, coperto superiormente
dalla gleba, liscio nella parte inferiore.
Gambo: molto particolare, si presenta alto e slanciato, cilindrico, con consistenza
secca legnosa, internamente cavo, esternamente portante squame lanose e fibrillose di
colore rugginoso.
Anello: assente
Carne: molto particolare, gelatinosa nel fungo immaturo, poi secca e friabile,
polverosa nell’ endoperidio, legnosa nel gambo. Odore complesso e forte, come di
verdura torrefatta, NON COMMESTIBILE
Habitat: Specie quasi prettamente xerofila, ama i terreni con natura sabbiosa, o
terreni smossi, nasce dopo estati molto calde, dopo acquazzoni improvvisi. Rara ma
fedele ai luoghi di fruttificazione. Da esperienze personali di ritrovamenti, ama i
terreni sopra citati e la presenza di alberi di cipresso.


Microscopia: Basidiospore ruggine in massa, sub ovoidali, globose, verrucose, micr.
5.5 – 6.5. Foto in acqua 1000 ingrandimenti (100X).
Note: Sicuramente una specie molto particolare, che colpisce al momento del
ritrovamento. Un Gasteromicete che passa da una fase di globosità a quella di un
fungo con aspetto totalmente diverso che arriva tranquillamente ai 27 cm. di altezza.
Micologo Nicola Amalfi

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I funghi e le larve - Alcuni consigli.

Dettagli
Cucina
19 Giugno 2020

Il mese di Giugno 2020  si presenta  con un clima stravagante ed a prevalente carattere tropicale .

Già la crescita  dei primi porcini.

Le recenti raccolte di funghi sono state  caratterizzate dalla notevole presenza di “ospiti”. Queste larve appartengono a diverse famiglie ma le più comuni sono i “Ditteri”.

I ditteri sono dei piccoli moscerini, ma talvolta possono raggiungere anche le dimensioni di una normale mosca, si nutrono di miceti. e prediligono il micro habitat che offrono i gambi dei funghi che garantiscono condizioni climatiche stabili.

Sembra che il consumo di funghi pieni di larve non crei problemi alla salute e parecchie leggi  in merito lo confermano ma sicuramente vedere degli animaletti che si muovono in padella non presuppone il gradimento della consumazione.

Parecchi i metodi utilizzati in cucina per far allontanare le larve dai funghi. Chi li affetta e li cosparge di sale , chi li mette sotto carica, chi li lava abbondantemente ma ognuno di questi metodi sicuramente non garantisce l’eliminazione al 100%.

Innanzitutto partiamo dalla raccolta.

Spesso per amor di portare dei grossi quantitativi si raccoglie tutto indistintamente. Premesso che la norma che regola la raccolta dei funghi in Sicilia prevede la sommaria pulizia in loco. E risaputo che un fungo raccolto la mattina, lasciato integro con le larve all’interno e che raggiunge casa dopo diverse ore con notevoli sbalzi di temperatura poi viene buttato nei rifiuti perché immangiabile.

Funghiporcini - IMG 1543

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Centri Anti veleno in Italia

Dettagli
Per Saperne di più
18 Maggio 2020

Centri antiveleni sul territorio Nazionale

 

I primi sintomi
I sintomi più comuni di avvelenamento sono:

  • sonnolenza e, al limite, perdita di conoscenza
  • bruciatura delle labbra, se si è ingerito un veleno corrosivo
  • eventuale vomito e, a uno stadio più inoltrato, diarrea
  • possibili convulsioni

Cosa fare
Il soccorso a una persona che presenta sintomi di avvelenamento varia in base al veleno e la via d'entrata e secondo se l'infortunato ha perso conoscenza o meno.
Ecco cosa fare in caso di avvelenamento:

  • assicuratevi che il polso e la respirazione siano buoni
  • se l'infortunato ha perso conoscenza procedete con la rianimazione facendo attenzione a non rimanere contaminati a vostra volta
  • cercate di individuare la natura del veleno; se l'avvelenato è cosciente, informatevi direttamente da lui e fatelo in fretta perché potrebbe in seguito perdere coscienza
  • se il veleno è una sostanza corrosiva (avrà prodotto ustioni alle labbra e alla lingua) o se è una paraffina o un derivato del petrolio, non fate vomitare l?infortunato e portatelo rapidamente in ospedale; per gli altri veleni, l'infortunato va fatto vomitare, quindi tenetegli la testa in avanti e provocate il vomito (ma non insistete se non ottenete risultati)
  • diluite il contenuto dello stomaco facendo bere acqua e albume d'uovo; il latte è indicato negli avvelenamenti da sostanze caustiche, mentre è da evitare in quelli da petrolio e derivati: in questi casi è utile la somministrazione di carbone vegetale in polvere (2 cucchiai in un bicchiere d'acqua)
  • portate l'infortunato in ospedale con qualsiasi cosa possa risultare poi utile all?identificazione del veleno (per esempio la scatola vuota delle pillole ingerite o il fungo mangiato).
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Intolleranza o allergia ai Porcini ?

Dettagli
Per Saperne di più
21 Febbraio 2015

Il termine allergia alimentare è spesso usato in modo improprio anche quando sarebbe più opportuno parlare di intolleranza alimentare da Porcini crudi.
L'Intolleranza alimentare agisce in relazione alla quantità di alimenti non tollerati ingeriti e un fenomeno di accumulo di cosiddette "tossine" nell'organismo, tale fenomeno determina l'insorgere di sintomi spesso sovrapponibili a quelli delle allergie, ma che se ne differenziano in quanto non interessano il sistema immunitario.
Alcuni individui infatti non dispongono di un particolare enzima “ Trealasi ” capace di scindere il Trealosio, zucchero presente nei funghi e soprattutto nel B .edulis a questi individui ingerendo porcini crudi " Deficit dell'enzima lattasi" provoca dopo pochi minuti forti dolori addominali, meteorismo e diarrea.
Si parla invece di allergia alimentare quando l'organismo reagisce in modo anomalo ad un alimento. In questa reazione viene coinvolto il sistema immunitario che, attraverso la formazione di anticorpi specifici (IgE ).
L'organismo produce anticorpi nei confronti di alcuni alimenti ( uova, latte vaccino, crostacei, pesce, nocciole ed arachidi, kiwi ecc. ) che sono innocui per la maggior parte delle persone. La formazione di anticorpi avviene alla prima ingestione dell'alimento; in occasione di una successiva esposizione, a seguito della reazione fra l'alimento ''allergenico'' e l'anticorpo, si libera una sostanza “Istamina”che è la principale responsabile dei sintomi caratteristici.
L’allergia alimentare da Porcini è abbastanza rara e viene causata generalmente dall’ingestione di Porcini crudi o mal cotti , in letteratura scientifica si sono registrati diversi casi (vedi nota bibliografica ) i sintomi sono immediati pochi minuti dal pasto con sindrome orale allergica: prurito e gonfiore alle labbra, al palato e alla gola al momento del contatto dell'alimento con la bocca e successivamente disturbi gastro-intestinale: nausea, vomito, crampi, gonfiori addominali, flatulenza, diarrea, una volta che l'alimento raggiunge stomaco e intestino.
Nei casi più gravi, fortunatamente rarissimi, si possono avere difficoltà respiratorie, cadute di pressione arteriosa, perdita di coscienza "Shock anafilattico" che compare entro un'ora dall'ingestione dell'allergene e che richiede sempre un ricovero ospedaliero urgente.
Riporto alcuni lavori scientifici che puoi consultare inerenti alle allergie provocate dal B. edulis:
- Fauci, Braunwald, Isselbacher et al. Harrisons Principles of Internal Medicine. 14th Edition. McGrawHill 1998;
- P. Saviuc, C. Cabot, V. Danel « Allergie et champignons supérieurs » Allergies et Toxiques Congrès 2005 ;
- G. D’Antuomno R. Tomasi “I funghi Velenosi Tossicologia Micologica Terapia Clinica” 1988 , pagg. 139-141 Edagricole;
- Clin Exp Allergy 2002 May, 32 Helbling A. Bonadies N. ,Brander KA ,Pichler WJ “Boletus edulis: a digestion resistant allergen may be relevant for food allergy” ;
- Allergy 1997, Jul; 52 Torricelli R.,Johansson SG,Wuthrich B., “Ingestive and inhalative allergy to the mushroom Boletus edulis”;
- S. Gemelli, T. Birilli,C. Gerimignani,G.Macer "Industria alimentare: sensibilizzazione a Boletus edulis a Allium sativum come causa di malattia professionale "Atti Congresso Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale 2005.

by Dott. Giovanni Rossi

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Focus Agricoltura Servizio sui funghi in Sicilia 1 ottobre 2009

Dettagli
Rapporto funghi territorio
17 Maggio 2020

 Realizzazione video con il supporto dellìAssociazione Fungaioli Siciliani

 

 

 

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fungaioli siciliani focus agricoltura funghii sicilia

Archivio foto corsi formazione

Dettagli
Foto Fungaioli
12 Maggio 2020

 

 

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C.A.I. Sezione di Giarre Escursione a Rocca MUSARRA

Dettagli
Cai Giarre informa
20 Luglio 2020

ETNA: ROCCA MUSARRA

                    Sentiero C.A.I. 731 – Rocca Capra – Rocca Musarra

SCHEDA INFORMATIVA:

12 ROCCA M. P

  • Difficoltà: Per escursionisti  mediamente esperti  allenati;
  • Dislivello: + 542 m. – 542 m.;
  • Quota di partenza: mt.1.148 quota di arrivo mt.1.600;
  • Lunghezza Km. 9,00 circa;
  • Durata escluse le soste: h.4,00 circa;
  • Natura del percorso: sentiero segnato e non, a tratti molto ripido e scosceso con fondo di pietrisco, sabbie e lapilli;
  • Abbigliamento: a strati adeguato alla stagione ed alla quota, scarponi da Trekking, bastoncini telescopici, cappellino, occhiali da sole, crema di protezione solare, guanti, giacca a vento. Consigliato ricambio d’indumenti da lasciare in auto.
  • Colazione a sacco, con scorta d’acqua.
  • Itinerario: che propongo ha il punto di partenza dal Rifugio di Pietra Cannone sito nel Comune di Milo antistante la S.P. Mareneve, da cui si accede al sentiero S.I. del C.A.I. nr.731 per “Rocca Capra” con destinazione il monolito di Rocca Musarra sito nel territorio Comune di Zafferana Etnea.ITINERARIO ROCCA Mjpg

L’itinerario che vi suggerisco permette di scoprire la Valle del Bove medio bassa settentrionale, andando a raggiungere lo spuntone roccioso di “Rocca Musarra” che svetta solitario tra le sciare all’interno della Valle. Il percorso inizia dal Rifugio di Pietra Cannone, il cui curioso nome  è dato dalla presenza in loco di un blocco di roccia, che richiama la forma di un cannone, formatosi dal calco di un grosso tronco d’albero circondato da una colata lavica preistorica, che dissolvendosi nel tempo ha lasciato la sua forma. Si procede lungo la strada vicinale di Pietra Cannone circondata da boschi di castagno e frutteti ormai abbandonati per circa 600 mt., sino a giungere  alla  colata lavica che nel 1979 minaccio l’abitato di Fornazzo, qui bisogna andare a destra,  percorrendo la carrareccia a tornanti del sentiero per Rocca Capra avendo l’impressione di percorrere un fiume di lava indurita costeggiata da vegetazione lungo i lati. Dopo circa 900 mt. si giunge  alle case Fichera, qui la lava del 1979 ha graziato sia la casa che il piccolo pozzo su cui sembra come a protezione si sia formata una sorta di cupola. 

CASA ROCCA Mjpg

P1070525

Il sentiero prosegue alle  spalle della casa, dove su uno sperone di roccia spicca una lapide dedicata a Rosario DI CARLO detto “Saro Ruspa”, a ricordo dell’impresa che il DI CARLO fece nel 1992 creando con la sua pala meccanica sulla sciara del 1950, una pista che consentì ai mezzi della protezione Civile di raggiungere le bocche eruttive del 1991-1993 e portare a termine l’operazione denominata “Tappo”, che contribuì a salvare Zafferana Etnea dalla lava incombente.LAPIDE ROCCA Mjpg

Adesso, il paesaggio diventa desertico, sulla nostra destra spicca il costone nord della Valle del Bove con Monte Cirasa (antico apparato eruttivo), Rocca Capra, Monte Rinatu, Rocca della Valle e ancora più su i Crateri sommitali che dominano il paesaggio, poi andando giù con lo sguardo, solitaria nel bel mezzo della  Valle circondata da un deserto lavico  svetta Rocca Musarra meta della nostra escursione. 1 ROCCA Mjpg

Pertanto si percorre agevolmente il sentiero che ha tracciato la pala meccanica per circa un chilometro giungendo ai piedi di Rocca Capra. Qui possiamo osservare i resti dell’antico  “Vulcano Rocche” che  era un piccolo centro eruttivo, il cui asse si trovava a meno di 1 km. a sud dei rilievi di Rocca Capra e Rocca Palombe nel settore nord orientale della Valle del Bove. L’attività del Vulcano Rocche era principalmente caratterizzata da eruzioni laviche, anche se alcuni depositi piroclastici poco potenti intercalati nella successione indicano che si verificarono rilevanti eruzioni esplosive. L’attività eruttiva di questo vulcano si concluse circa 102 mila anni fa.

2 ROCCA Mjpg

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Abbandonato il facile sentiero di Saro Ruspa siamo a quota mt. 1370 circa s.l.m. adesso si percorre un sentiero appena visibile segnato da omini di pietra, e ci si addentra in una dagala tra ginestre ed  achillea, sino a giungere ai piedi di un modesto dislivello, qui il sentiero è poco visibile poiché si inerpica nel pendio di sabbia e lapilli che gli eventi atmosferici sistematicamente cancellano, ed è il tratto più duro bisogna superare un dislivello di 220 mt. in quasi 700 mt. di sentiero, attraversando il posto dove circa 80 mila anni fa sorgeva l’apparato eruttivo del Trifoglietto I°, che  fu un Vulcano pericolosissimo, caratterizzato da attività esplosiva; la lava, densa e viscosa, fuoriusciva con esplosioni violente e improvvise. 

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Finalmente siamo giunti a quota 1600 mt. circa, da qui abbandoniamo il sentiero “segnato” e ci dirigiamo a sud dove a circa 300 metri spicca lo sperone di roccia a forma di dente “ Rocca MUSARRA”,  che costituisce un isolato spuntone roccioso affiorante nella parte nord-orientale della Valle del Bove nei pressi di Serracozzo. La Rocca costituisce un’isolata “dagala” circondata dalle colate recenti e presenta una sequenza affiorante di circa 80 mt., costituita da colate, spesso disarticolate in blocchi eterometrici, e depositi di brecce fortemente discontinui e alterati che costituiscono il prodotto dello smantellamento di vulcaniti più antiche. Le lave e gli elementi delle brecce sono porfirici a fenocristalli plurimillimetrici di plagioclasio, silicati e anfiboli. Le colate che costituiscono questa formazione sono state datate a circa 100 mila anni fa. Il suo nome deriva dal  bandito Musarra che si rifugiava nei pressi e faceva razzia delle merci che i viandanti trasportavano dalla vicina mulattiera. 

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Lo sperone è una piccola oasi e ospita vegetazione varia: dalla ginestra dell’Etna al Pino Tremulo, dall’ achillea al senecio. Dalla vetta è indescrivibile il panorama mozzafiato a 360°, sembra di stare su di un’isola in mezzo ad un mare di sciara.

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Dopo aver goduto del magnifico panorama, ci si prepara per il rientro, aggirando la rocca verso sud e scendere per il canalone in parte ricoperto da lapilli puntando  ad Est per circa un chilometro, sino ad incrociare il Sentiero di Saro Ruspa  fatto in precedenza,  che  ci condurrà  al punto di partenza di Pietra Cannone. 11 ROCCA Mjpg

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Si raccomanda il massimo rispetto per la natura.

Buona Escursione.

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C.A.I. SEZIONE DI GIARRE ESCURSIONE A ROCCA DELLA VALLE

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Cai Giarre informa
30 Giugno 2020

ETNA: ROCCA DELLA VALLE

Sentiero C.A.I. 723 – Serra delle Concazze

ROCCAVALLE 24

SCHEDA INFORMATIVA:

  • Difficoltà: Per escursionisti esperti ed allenati;
  • Dislivello: + 998 m.– 998 m.;
  • Quota di partenza: mt.1.740 quota di arrivo 2.738;
  • Lunghezza Km.9,00 circa;
  • Durata escluse le soste: h.6,00 circa;
  • Natura del percorso: sentiero segnato e non, a tratti molto ripido e scosceso con fondo di pietrisco, sabbie e lapilli;
  • Abbigliamento: a strati adeguato alla stagione ed alla quota, scarponi da Trekking, bastoncini telescopici, cappellino, occhiali da sole, crema di protezione solare, guanti, giacca a vento. Consigliato ricambio d’indumenti da lasciare in auto.
  • Colazione a sacco, con abbondante scorta d’acqua.
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C.A.I. Sezione di Giarre Escursione alla Grotta di Serracozzo e Serra delle Concazze.

Dettagli
Cai Giarre informa
19 Giugno 2020

ETNA Sentiero C.A.I. nr. 723 Grotta di Serracozzo – Serra delle Concazze sita nel Comune di Sant'Alfio. 

 SCHEDA INFORMATIVA:

  • Difficoltà: Per escursionisti con esperienza media ed allenati;
  • Dislivello: + 508 mt.– 508 mt.;
  • Quota di partenza: mt.1.740 quota di arrivo 2.310;
  • Lunghezza Km. 5,100 circa;
  • Durata escluse le soste: h.3,00 circa;
  • Natura del percorso: sentiero segnato a tratti ripido e scosceso con fondo di pietrisco, sabbia e lapilli;
  • Abbigliamento: a strati adeguato alla stagione ed alla quota, scarponi da Trekking, bastoncini telescopici, cappellino, occhiali da sole, crema di protezione solare, guanti, giacca a vento, torcia e casco. Consigliato ricambio di indumenti da lasciare in auto.
  • Colazione a sacco, con abbondante scorta d’acqua.
  • Itinerario: L’itinerario che propongo ha il punto di partenza il Piazzale del Rifugio Citelli, da cui si accede al sentiero C.A.I. nr. 723 che porta alla Grotta di “Serracozzo,” e proseguendo su questo sino al punto panoramico della cresta della Valle del Bove “Serra delle Concazze”.IMG 20190609 103918
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C.A.I. Sezione di Giarre Escursione alla Grotta del Gelo

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Cai Giarre informa
04 Giugno 2020

 

Una delle Escursioni da non perdere sul versante Nord dell’Etna è quella della Grotta del Gelo sita a quota 2044 mt. s.l.m.  nel Comune di Randazzo, all'interno della quale è ritenuto esserci il ghiacciaio perenne più meridionale d'Europa.

  • Livello di Difficoltà: per Escursionisti allenati;
  • Dislivello :+ 634 mt.– 634 mt. ;
  • Quota di partenza: mt.1.410 quota di arrivo 2.044;
  • Lunghezza del percorso: Km. 21;
  • Durata escluse le soste: h.7,00 circa;
  • Natura del percorso: carrareccia battuta, sentiero segnato a tratti ripido;
  • Abbigliamento: a strati adeguato alla stagione ed alla quota scarponi da Trekking, bastoncini telescopici, cappellino, occhiali da sole, guanti, giacca a vento, casco protettivo e lampada frontale. Consigliato, felpa, ricambio di indumenti da lasciare in auto.
  • Colazione a sacco, con abbondante scorta d’acqua.

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C.A.I. Sezione di GIARRE ORIENTAMENTO

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Cai Giarre informa
16 Maggio 2020

Se preso alla lettera, il verbo Orientarsi significa "trovare l'oriente", ovvero rintracciare il punto da cui sorge il Sole, è la capacità di individuare la propria posizione sul terreno e di stabilire dove dirigersi per raggiungere la meta prefissata.

Sapersi orientare in montagna o nei boschi è importante, le cronache in ogni stagione di raccolta funghi, parlano spesso di cercatori che si smarriscono nei boschi. La bussola è lo strumento  per l'individuazione dei punti cardinali (nord, sud, est e ovest) sulla superficie terrestre, che sfruttando le caratteristiche del campo magnetico terrestre, indica mediante un ago calamitato la direzione del polo magnetico, che alle nostre latitudini e per le operazioni di orientamento ha un errore trascurabile rispetto al Nord geografico. Ma per la maggior parte dei fungaioli, la dotazione della bussola non è prevista nell’equipaggiamento, ma quasi tutti al giorno d’oggi possediamo uno smartphone con GPS incorporato, dove si possono installare delle utili applicazioni che consentono di orientarsi con facilità. Quando, però per qualsiasi motivo non possiamo utilizzare la tecnologia, esistono altri semplici metodi per potersi orientare.

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C. A.I. Sezione di GIARRE SEGNALETICA IN MONTAGNA E L’IMPORTANZA DI SAPERLA LEGGERE:

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Cai Giarre informa
13 Maggio 2020

Per tutti coloro che per qualsiasi motivo si avventurano in montagna, la segnaletica è davvero importante in qualsiasi punto del sentiero ci si trovi, che sia all’inizio, ad un bivio, o durante l’escursione.

In questo articolo in particolare  si  parlerà della segnaletica che ogni escursionista incontra nei percorsi di montagna. Iniziamo con questo prospetto del CAI – Club Alpino Italiano, che ci mostra tutti i tipi di segnali che possiamo incontrare nel nostro percorso e il loro significato.Prospetto simboli 2016 HI 1024x707

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Benvenuto al CAI sezione di Giarre

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Cai Giarre informa
13 Maggio 2020

Vulcano Etna - crateri ts

Nell'idea di incrementare i servizi  di informazione a supporto degli appassionati della montagna, vuoi per la ricerca di funghi o per immergersi  con passeggiate , trekking nella natura  ed in particolare sui sentieri della nostra Etna, l'Associazione Fungaioli Siciliani  ha instaurato un rapporto di collaborazione con gli Amici del C.A.I. della Sezione di Giarre (CT).

Foto Torrisi Salvatore - TS31

Un ringraziamento particolare  all'amico e già socio della nostra associazione Salvatore Torrisi  che si  è interposto  con il Direttivo C.A.I.  per raggiungere l'obiettivo

.Foto Torrisi Salvatore - TS33

Già abbiamo apprezzato in passato  gli scatti di Salvo  nel nostro archivio foto e sono convinto  che ne apprezzeremo ancora con gli articoli degli amici del C.A.I.

Foto Torrisi Salvatore - TS35

 

 

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C. A. I. SEZIONE DI GIARRE LA NOSTRA SEDE

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Cai Giarre informa
13 Maggio 2020

 

logocaigiarre

La sezione di Giarre del Club Alpino Italiano ha sede in via Alfieri 26, 95014 Giarre (CT). Fondata nel 1974, l’Associazione ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza, lo studio e la difesa dell’ambiente montano. Le attività svolte in sede spaziano dagli incontri serali tra i soci, allo svolgimento dei corsi teorici e la proiezione di filmati e foto sulle attività. La biblioteca della sezione dispone di guide e cartine topografiche, di testi naturalistici, storici e geografici, manuali su alpinismo, escursionismo e sci, e molto altro materiale. La biblioteca è a disposizione di tutti i soci negli orari di apertura della Sede.

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