Pisolithus arhizus ( Pers.) Rauschert

Pisolithus arhizus ( Pers.) Rauschert

Gruppo Gasteromiceti
Genere Pisolithus
Specie arhizus
Etimologia Pisolithus = pisello di pietra arhizus = senza radice

Carpoforo: con dimensioni che arrivano a 15 cm. di diametro e lunghezza fino ai 30
cm., ha forma variabile , globoso a lungo piriforme, da claviforme a reniforme. Alla
base e provvisto da una parte sterile affondata generalmente nel terreno.
Peridio: dapprima liscio, con colorazione che va dal biancastro al biancastro giallo,
dopo color bruno –ocra, bruno scuro.
Gleba: si presenta molto caratteristica, con disegno evidente a nido d’api, formata da
peridioli giallo zolfo in gioventù, lisci succosi, poi color caffè e polverosi, il tutto si
trasforma in una polvere formata da miriadi di spore che fuoriesce dalla parte
superiore che si lacera in modo molto evidente.
Gambo: Pseudo gambo costituito dalla parte sterile .
Anello: assente
Carne: costituita dalla gleba, si presenta compatta e succosa, secernente alla
pressione un liquido giallastro con potere altamente colorante. Odore penetrante non
da tutti gradito. COMMESTIBILE
Habitat: nasce generalmente in terreni poveri di calcio, sabbiosi, dopo bevi piogge,
sia sotto latifoglia che aghifoglia.


Microscopia: basidiospore color bruno caffè, globose, ornate da evidenti aculei,
micr. 8-12: Foto in acqua 1000 ingrandimenti (100X).
Note: una specie molto particolare, con crescita poco comune, dapprima semi ipogea,
poi con uno sporoforo che si erge anche per oltre 30 cm. lacerato e polveroso. La
sua crescita è più frequente nell’aria mediterranea, dove viene raccolto e consumato
quando giovane. A causa del suo potere colorante, veniva usato in passato per
colorare la lana. Viene chiamato anche “Tartufo di Boemia”.
Micologo Nicola Amalfi

Battarraea phalloides ( Dicks. : Pers. ) Persoon

Battarraea phalloides ( Dicks. : Pers. ) Persoon

Gruppo Gasteromiceti
Genere Battarraea
Specie phalloides
Etimologia Battarraea = dedicato a Giovanni Antonio Battarra phalloides = simile
al fallo.
Basidiocarpo: si presenta semiipogeo, inizialmente arrodondato, globoso – ovoidale,
da dove attraverso un apertura apicale, in seguito si sviluppa un gambo lungo e
cilindrico, alla testa del quale resta una specie di cappello. Nella parte inferiore, la
base rimane in una volva inguainate, dapprima gelatinosa, poi asciutta e fragile.
Esoperidio: bianco sporco, membranoso e sottile, si lacera in due parti, la prima
rimane alla base formando un pseudo-volva, l’altra che va nella parte apicale del
gambo, si dissolve lasciando esposta la gleba.
Endoperidio: subsferico-convesso, irregolare, bianco sporco, coperto superiormente
dalla gleba, liscio nella parte inferiore.
Gambo: molto particolare, si presenta alto e slanciato, cilindrico, con consistenza
secca legnosa, internamente cavo, esternamente portante squame lanose e fibrillose di
colore rugginoso.
Anello: assente
Carne: molto particolare, gelatinosa nel fungo immaturo, poi secca e friabile,
polverosa nell’ endoperidio, legnosa nel gambo. Odore complesso e forte, come di
verdura torrefatta, NON COMMESTIBILE
Habitat: Specie quasi prettamente xerofila, ama i terreni con natura sabbiosa, o
terreni smossi, nasce dopo estati molto calde, dopo acquazzoni improvvisi. Rara ma
fedele ai luoghi di fruttificazione. Da esperienze personali di ritrovamenti, ama i
terreni sopra citati e la presenza di alberi di cipresso.


Microscopia: Basidiospore ruggine in massa, sub ovoidali, globose, verrucose, micr.
5.5 – 6.5. Foto in acqua 1000 ingrandimenti (100X).
Note: Sicuramente una specie molto particolare, che colpisce al momento del
ritrovamento. Un Gasteromicete che passa da una fase di globosità a quella di un
fungo con aspetto totalmente diverso che arriva tranquillamente ai 27 cm. di altezza.
Micologo Nicola Amalfi