C.A.I. SEZIONE DI GIARRE ESCURSIONE A ROCCA DELLA VALLE

ETNA: ROCCA DELLA VALLE

Sentiero C.A.I. 723 – Serra delle Concazze

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SCHEDA INFORMATIVA:

  • Difficoltà: Per escursionisti esperti ed allenati;
  • Dislivello: + 998 m.– 998 m.;
  • Quota di partenza: mt.1.740 quota di arrivo 2.738;
  • Lunghezza Km.9,00 circa;
  • Durata escluse le soste: h.6,00 circa;
  • Natura del percorso: sentiero segnato e non, a tratti molto ripido e scosceso con fondo di pietrisco, sabbie e lapilli;
  • Abbigliamento: a strati adeguato alla stagione ed alla quota, scarponi da Trekking, bastoncini telescopici, cappellino, occhiali da sole, crema di protezione solare, guanti, giacca a vento. Consigliato ricambio d’indumenti da lasciare in auto.
  • Colazione a sacco, con abbondante scorta d’acqua.
  • Itinerario:  L’itinerario che propongo ha il punto di partenza il Piazzale del Rifugio Citelli, da cui si accede al sentiero C.A.I. 723 per “Serra delle Concazze” con destinazione la Vetta di Rocca della Valle sita nel territorio del Comune di Sant’Alfio.ROCCAVALLE 1

Il sentiero che vi suggerisco sebbene per alcuni tratti ripercorre quello già proposto   di “Serracozzo”, è riservato agli escursionisti che “con passo lento e corto” vogliono provare l’emozione di conquistare una “Vetta”. Il versante è sempre quello orientale dell’Etna, che secondo me è il più interessante sotto l’aspetto ambientalistico-naturalistico, ed affascinate poiché regala panorami mozzafiato, ma è appassionante anche sotto l’aspetto “Geologico”.

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Infatti, in questo sentiero v’invito ad osservare le rocce che si presentano lungo il percorso cercando di leggerle, così da intuire  come  si sono formati  i paesaggi  che oggi  possiamo ammirare. La conformazione e la posizione delle rocce, sono le tracce dei  molteplici  eventi, che si sono succeduti nelle decine di migliaia di anni in questo versante. Il sentiero inizia dal parcheggio antistante al Rifugio Citelli, percorrendo il bosco di Faggi e Betulle “Aetnensis”, quest’ultima pianta endemica dell’Etna che è sopravvista all’ultima glaciazione di circa 10.000 anni fa, la cui caratteristica più peculiare è quella di essersi adattata a sopravvivere a queste latitudini in condizioni caldo e freddo estremi.  Superati i ruderi di un antico ovile con relativo ricovero ricavato in una grotta, a testimonianza di come i nostri avi sfruttavano il territorio anche a queste quote, a poche decine di metri sulla destra inizia un sentiero poco battuto ripido e sabbioso, marciando su questo ci si dirige verso le bocche eruttive  del 2 novembre 1928 affiancando  la relativa colata lavica. Tale colata all’epoca minaccio di distruzione il paese di Sant’Alfio. Da qui si distingue alla nostra desta “Monte Frumento delle Concazze” che è considerato uno dei crateri avventizi più grandi dell’intero comprensorio Etneo. Proseguendo sul sentiero segnato da alcuni paletti di legno per circa 800 metri, questo ora e si dirige a sinistra diventando quasi in piano. Avanzando per circa 500 metri si giunge in luogo dove si può osservare un deposito di tufo/conglomerato. Strane queste rocce di colore chiaro, per chi è abituato frequentando l’Etna a Sciare e Basalti di lava scura o grigia, probabilmente si tratta dei resti di antichissimi flussi piroclastici.ROCCAVALLE 2

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Da qui, si possono osservare anche delle antiche colate di basalti lavici “valloni” levigati dall’acqua e dal tempo. ROCCAVALE 6

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Proseguendo ancora lungo il sentiero si giunge a “Serra delle Concazze” l’orlo del deserto lavico della Valle del Bove “Serracozzo”, da questa terrazza naturale, si contempla la depressione a forma di ferro di cavallo  avente dimensioni est- ovest km.7 e nord-sud km.6, formatasi circa 10.000 anni a seguito del collasso del primordiale edificio vulcanico, che sprofondando verso il mare ha messo in luce  gran parte della struttura interna dell’edificio vulcanico,  sia dei centri eruttivi della Valle del Bove che le colate laviche e i prodotti piroclastici del Vulcano Ellittico affiorante lungo le pareti interne della Valle. Dalle cicatrici rimaste a seguito di questo evento apocalittico, si possono osservare le successioni delle decine di colate laviche intercalate ad abbondanti depositi piroclastici e brecce da effusioni ed esplosioni, che sovrapposti nell’arco delle decine di migliaia di anni hanno contribuito a formare l’attuale  strato vulcano.

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Non si può da questo punto, ancora,  non volgere lo sguardo a sinistra in basso dove si osservano i resti dei vecchi centri eruttivi (Rocche e Trifoglietto,  risalenti ad epoche che vanno dai  110 ai 99 mila anni fà)  Monte Scorsone, Monte Cirasa, Rocca Capra, Rocca Musarra, e risalendo sempre su lungo il pendio scosceso si possono ammirare alcuni "Dicchi", (anch’essi bellissimi affioramenti residui dell'antico sistema di alimentazione del vulcano).  Riprendendo il sentiero lungo la cresta della Valle del Bove, dopo circa 900 metri si giunge in un deposito di grossi massi di basalto, qui si ha l’impressione di essere in una cava di estrazione con dei blocchi che sembrano stati poggiati in bella mostra.ROCCAVALLE 8

Queste rocce hanno la particolarità di avere in evidenza  i cristalli di plagioclasio porfiriche a grana grossa formatesi a particolari condizioni di pressione, temperature e velocità di raffreddamento, chiamata in dialetto “cicirara”.ROCCAVALLE 9

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Siamo giunti a quota 2.380 mt.,  da qui inizia il  tratto più duro,  bisogna superare un dislivello 360 mt. percorrendo quasi 900 mt. con pendenze del 40%, il sentiero è poco visibile poiché taglia obliquamente un pendio  di sabbia che gli eventi atmosferici sistematicamente cancellano, quindi si procede tra sabbia lapilli e pietrame cercando di  osservare anche le rocce che calpestiamo, queste composte da minerali ferrosi danno dei colori rossastri e bronzati, e tante pomici prodotti da eventi esplosivi.ROCCAVALLE 14

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Finalmente si giunge alla meta predefinita, e qui sembra essere quasi a tu per tu con i Crateri Sommitali. Magnifico da questo luogo il panorama di cui si può godere, a sinistra in direzione Nord si possono scorgere le Isole Eolie e le coste Calabresi, si possono ammirare inoltre gli apparati eruttivi del 2002 di Piano Provenzana, i Monti Peloritani tra cui spicca il Cervino di Sicilia “Rocca Novara”, le citta di Castel Mola e Taormina ed il Golfo di Giardini Naxos, e poi verso Est tutti i paesi della costa ionica sino a Sud dove si scorge la Citta di Catania con il suo golfo, e poi su, tutta la Valle del Bove nella sua interezza, appena sotto la Valle del Leone, quello che rimane del Monte Ritmann  e più giù si scorgono, Monte  Simone i Monti Centenari, Serra Perciata, mentre a sud la  Schiena dell’Asino, Serra del Salfizio e Monte Zoccolaro.ROCCAVALLE 15

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Dopo aver goduto di questi magnifici panorami, ci si prepara per il rientro, ripercorrendo lo stesso percorso sino a quota 2.380, da qui se la visibilità è buona, puntare ad Est verso il Rifugio Citelli e lasciarsi andare nel canalone di sabbia a piccole falcate poggiando il peso pesantemente sui talloni, abbattendo notevolmente i tempi per la discesa. 

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Nei pressi delle bocche del 1928 si riprende il sentiero C.A.I. nr. 723 osservando la vegetazione endemica che caratterizza il paesaggio: cuscini di “Astralago” o Spino Santo, che con i suoi robusti apparati radicali svolge un ruolo importantissimo di protezione i ripidi pendi, cespugli di  “ Anthemis aetnis” o Camomilla, fusti cespitosi di “Saponaria sicula” il cui fiore rosa tubiforme è il simbolo del Parco dell’Etna,  piante di “Tanacetum siculum”  dal fiore giallo e dal profumo intenso ed il  “ Rument Scatus” romice che colonizza i deserti vulcanici sino alle quote più alte. Alla fine del tratto sabbioso si riprende il sentiero che ci porterà al parcheggio del Rifugio Citelli.ROCCAVALLE 21

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Si raccomanda il massimo rispetto per la natura.

Buona Escursione!