ETNA: ROCCA MUSARRA
Sentiero C.A.I. 731 – Rocca Capra – Rocca Musarra
SCHEDA INFORMATIVA:
- Difficoltà: Per escursionisti mediamente esperti allenati;
- Dislivello: + 542 m. – 542 m.;
- Quota di partenza: mt.1.148 quota di arrivo mt.1.600;
- Lunghezza Km. 9,00 circa;
- Durata escluse le soste: h.4,00 circa;
- Natura del percorso: sentiero segnato e non, a tratti molto ripido e scosceso con fondo di pietrisco, sabbie e lapilli;
- Abbigliamento: a strati adeguato alla stagione ed alla quota, scarponi da Trekking, bastoncini telescopici, cappellino, occhiali da sole, crema di protezione solare, guanti, giacca a vento. Consigliato ricambio d’indumenti da lasciare in auto.
- Colazione a sacco, con scorta d’acqua.
- Itinerario: che propongo ha il punto di partenza dal Rifugio di Pietra Cannone sito nel Comune di Milo antistante la S.P. Mareneve, da cui si accede al sentiero S.I. del C.A.I. nr.731 per “Rocca Capra” con destinazione il monolito di Rocca Musarra sito nel territorio Comune di Zafferana Etnea.
L’itinerario che vi suggerisco permette di scoprire la Valle del Bove medio bassa settentrionale, andando a raggiungere lo spuntone roccioso di “Rocca Musarra” che svetta solitario tra le sciare all’interno della Valle. Il percorso inizia dal Rifugio di Pietra Cannone, il cui curioso nome è dato dalla presenza in loco di un blocco di roccia, che richiama la forma di un cannone, formatosi dal calco di un grosso tronco d’albero circondato da una colata lavica preistorica, che dissolvendosi nel tempo ha lasciato la sua forma. Si procede lungo la strada vicinale di Pietra Cannone circondata da boschi di castagno e frutteti ormai abbandonati per circa 600 mt., sino a giungere alla colata lavica che nel 1979 minaccio l’abitato di Fornazzo, qui bisogna andare a destra, percorrendo la carrareccia a tornanti del sentiero per Rocca Capra avendo l’impressione di percorrere un fiume di lava indurita costeggiata da vegetazione lungo i lati. Dopo circa 900 mt. si giunge alle case Fichera, qui la lava del 1979 ha graziato sia la casa che il piccolo pozzo su cui sembra come a protezione si sia formata una sorta di cupola.
Il sentiero prosegue alle spalle della casa, dove su uno sperone di roccia spicca una lapide dedicata a Rosario DI CARLO detto “Saro Ruspa”, a ricordo dell’impresa che il DI CARLO fece nel 1992 creando con la sua pala meccanica sulla sciara del 1950, una pista che consentì ai mezzi della protezione Civile di raggiungere le bocche eruttive del 1991-1993 e portare a termine l’operazione denominata “Tappo”, che contribuì a salvare Zafferana Etnea dalla lava incombente.
Adesso, il paesaggio diventa desertico, sulla nostra destra spicca il costone nord della Valle del Bove con Monte Cirasa (antico apparato eruttivo), Rocca Capra, Monte Rinatu, Rocca della Valle e ancora più su i Crateri sommitali che dominano il paesaggio, poi andando giù con lo sguardo, solitaria nel bel mezzo della Valle circondata da un deserto lavico svetta Rocca Musarra meta della nostra escursione.
Pertanto si percorre agevolmente il sentiero che ha tracciato la pala meccanica per circa un chilometro giungendo ai piedi di Rocca Capra. Qui possiamo osservare i resti dell’antico “Vulcano Rocche” che era un piccolo centro eruttivo, il cui asse si trovava a meno di 1 km. a sud dei rilievi di Rocca Capra e Rocca Palombe nel settore nord orientale della Valle del Bove. L’attività del Vulcano Rocche era principalmente caratterizzata da eruzioni laviche, anche se alcuni depositi piroclastici poco potenti intercalati nella successione indicano che si verificarono rilevanti eruzioni esplosive. L’attività eruttiva di questo vulcano si concluse circa 102 mila anni fa.
Abbandonato il facile sentiero di Saro Ruspa siamo a quota mt. 1370 circa s.l.m. adesso si percorre un sentiero appena visibile segnato da omini di pietra, e ci si addentra in una dagala tra ginestre ed achillea, sino a giungere ai piedi di un modesto dislivello, qui il sentiero è poco visibile poiché si inerpica nel pendio di sabbia e lapilli che gli eventi atmosferici sistematicamente cancellano, ed è il tratto più duro bisogna superare un dislivello di 220 mt. in quasi 700 mt. di sentiero, attraversando il posto dove circa 80 mila anni fa sorgeva l’apparato eruttivo del Trifoglietto I°, che fu un Vulcano pericolosissimo, caratterizzato da attività esplosiva; la lava, densa e viscosa, fuoriusciva con esplosioni violente e improvvise.
Finalmente siamo giunti a quota 1600 mt. circa, da qui abbandoniamo il sentiero “segnato” e ci dirigiamo a sud dove a circa 300 metri spicca lo sperone di roccia a forma di dente “ Rocca MUSARRA”, che costituisce un isolato spuntone roccioso affiorante nella parte nord-orientale della Valle del Bove nei pressi di Serracozzo. La Rocca costituisce un’isolata “dagala” circondata dalle colate recenti e presenta una sequenza affiorante di circa 80 mt., costituita da colate, spesso disarticolate in blocchi eterometrici, e depositi di brecce fortemente discontinui e alterati che costituiscono il prodotto dello smantellamento di vulcaniti più antiche. Le lave e gli elementi delle brecce sono porfirici a fenocristalli plurimillimetrici di plagioclasio, silicati e anfiboli. Le colate che costituiscono questa formazione sono state datate a circa 100 mila anni fa. Il suo nome deriva dal bandito Musarra che si rifugiava nei pressi e faceva razzia delle merci che i viandanti trasportavano dalla vicina mulattiera.
Lo sperone è una piccola oasi e ospita vegetazione varia: dalla ginestra dell’Etna al Pino Tremulo, dall’ achillea al senecio. Dalla vetta è indescrivibile il panorama mozzafiato a 360°, sembra di stare su di un’isola in mezzo ad un mare di sciara.
Dopo aver goduto del magnifico panorama, ci si prepara per il rientro, aggirando la rocca verso sud e scendere per il canalone in parte ricoperto da lapilli puntando ad Est per circa un chilometro, sino ad incrociare il Sentiero di Saro Ruspa fatto in precedenza, che ci condurrà al punto di partenza di Pietra Cannone.
Si raccomanda il massimo rispetto per la natura.
Buona Escursione.