Funghi , e Funghi Biodinamici-
Funghi , e Funghi Biodinamici
Dopo ben 15 anni di studi, posso fare una notevole differenza tra funghi normali e
funghi biodinamici.
Innanzi tutto dobbiamo chiarire che cosa significa una crescita biodinamica : E’ una
situazione dove la natura espleta in modo completamente perfetto e non forzato
dagli eventi, la possibilità di dare al micelio l’imput per la creazione dei suoi
sporofori.
Favolaschia calocera
Favolaschia calocera
Una specie inserita nel gruppo delle Polyporaceae. La sua crescita prettamente tropicale con distribuzione in Madagascar , Nuova Zelanda e Tanzania, ha trovato qualche hanno fa riscontro di alcuni ritrovamenti in Liguria. L’ Habitat Italiano è su legnetti di Robinia o sambuco. Il ritrovamento in foto ,il primo in Sicilia, nel Comune di Gualtieri Sicaminò su legnetto di sambuco in degrado.
Micologo Nicola Amalfi 2022
Le Botteghe dei Nebrodi
La promozione del Territorio è stato uno degli obiettivi dell'Associazione Fungaioli Siciliani sin dalla sua costituzione.
In collaborazione con la Consulta dei Nebrodi è stata creata questa sezione dedicata alla promozione del territorio nebroideo al fine di rilanciare le attività, la gastronomia ed il territorio.
Accoppiata vincente
Visita i Nebrodi
Cultura, tradizioni e gastronomia di un affascinante territorio.
Le Botteghe di Pedara
Invito a donare il sangue
Chi volesse donare il sangue deve effettuare la prenotazione telefonica e fissare un appuntamento-
Avis Comunale di Acireale :
Via delle Terme 32F, Acireale.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono: 39 095894874
Gruppo Fratres ACIREALEVia P.Vasta,180 – 95024 Acireale (CT)
Pleurotus eryngii var. nebrodensis (inzenga) Saccardo
Pleurotus eryngii var. nebrodensis (inzenga) Saccardo
Famiglia Pleurotaceae
Genere Pleurotus
Specie Eryngii Var. Nebrodensis
Etimologia Pleurotus = orecchio laterale eryngii = dell’ eringio var. nebrodensis = che nasce sui
Nebrodi
Caratteri Macroscopici
Cappello: raggiunge anche i 20 cm. di diametro. Dapprima convesso, poi piano convesso, infine
anche imbutiforme non in modo pronunciato, Il bordo involuto, poi piano, la cuticola si presenta di
colore bianco o bianco con sfumature grigie, mai lucente, vellutata, liscia o attraversata da solchi
che danno luogo a protuberanze di forma irregolare e appuntite
Imenoforo: formato da spesse lamelle decorrenti sul gambo, fitte, poi mediamente spaziate, di
colore bianco, bianco perlaceo, poi in tarda età rosa chiaro.
Gambo: mediamente robusto, cilindrico affusolato, decentrato o centrale, di colore bianco,
leggermente rugoso, alcune volte screpolato, mai lucido.
Carne: bianca, soda e compatta, poi spugnosa, immutabile, con odore di pane caldo, il sapore
dopo cottura dona un retrogusto di latte bollito. COMMESTIBILE
Caratteri Microscopici
Basidiospore bianche in massa , con forma variabile, da allantoide ad ellissoidale, ad ovaliforme ,e
in parte di loro portanti una vistosa guttula. micr. 11-18 x 6-8 . Foto in acqua 1000 ingrandimenti
(100X). Basidi tetrasporici , micr. 44-59 x 9-10. Rari cheilocistidi lageniformi
Habitat e zona di ritrovamento
Varietà mesofila, nasce saprotrofa su resti o parti morte di Cachrys ferulacea ,ad una certa quota,
preferendo un terreno di natura carsica. Gli esemplari nella foto sono stati ritrovati sulle Madonie
( Piano Battaglia) a 1650 m. slm .
Osservazioni
Varietà molto ricercata e considerata la più pregiata del gruppo eryngii, determinata ufficialmente
nel 1886 dal Micologo Siciliano Inzenga, come Agaricus nebrodensis, poi Pleurotus Nebrodensis,
per i ritrovamenti che venivano effettuati nella parte dei monti Nebrodi che poi vennero
denominati Madonie; oggi sappiamo che questa varietà, nasce in tante zone dell’Europa che si
affaccia sul Mediterraneo. La specie, è stata proposta per qualche tempo , ad essere elevata come
taxon a se, ma gli studi biomolecolari ne hanno confermato la varietà della specie tipo.
Micologo Nicola Amalfi
Agaricus cupressicola
un bellissimo ritrovamento odierno nel comune di Gualtieri Sicaminò , il raro Agaricus cupressicola, determinato per la prima volta nel 1987 da Bon e Grilli. Collocato nella Sezione Sanguinolenti
Leucoagaricus bresadolae ( Schul.) Bon
Leucoagaricus bresadolae ( Schul.) Bon
Famiglia Agaricaceae
Genere Leucoagaricus
Sezione Annulati
Specie bresadolae
Etimologia Leucoagaricus = Agarico a spore bianche bresadolae = di Bresadola
Agaricus menieri Bon
Agaricus menieri Bon
Famiglia: Agaricaceae
Genere: Agaricus
Sottogenere: Flavoagaricus
Sezione: Xanthodermatei
Etimologia: Agaricus = prataioli menieri = dedicato a Menier
Caratteri Macroscopici
Cappello: cm. 5-13, dapprima emisferico, poi piano- convesso, con margine ottuso e debordante.
cuticola di colore bianco, alcune volte con sfumature crema- rosa, liscia, ingiallente al tocco.
Imenoforo: formato da lamelle fitte, intercalate da lamellule, dapprima grigie, poi rosa , infine
color cioccolato.
Gambo: cm. 7-10 x 2-4, robusto, da tozzo a slanciato, bulboso ovoidale alla base , radicante,
bianco, poi bianco crema, liscio, ingiallente al tocco o sfregamento.
Carne: soda, bianca, appena rosata nel cappello, ingiallente sulla cuticola e nel gambo ,
specialmente alla sua base. Odore prettamente di fenolo. Tossico.
Anello: doppio, stretto inguainante, con forma tipica a braccialetto, ingiallente allo sfregamento.
Habitat e zona di raccolta
in zone dunali o retrodunali , in terreni termofili, in associazione a piante di Pino marino,
Eucalyptus, o Elicriso. Il reperimento in zona retrodunale sulla costa Tirrenica Sicilia orientale.
Caratteri microscopici
Basidiospore violacee in massa, ovoidali-ellittiche, micr. 7-9 x 5-6.5 Foto in acqua 1000
ingrandimenti (100X). Basidi bisporici e tetrasporici. Cheilocistidi subsferici-ovoidali.
Osservazioni
Una specie rara con nascita arenicola, con habitat sotto Elicrisio o in macchie retrodunali di Pino
marino misto ad Eucalyptus, dove cresce infisso radicante nella sabbia. Le basidiospore abbastanza
grandi sono un segno caratteristico, in quanto insolite nella Sezione di appartenenza. Il
Ritrovamento grazie a Filippo La rosa.
Micologo Nicola Amalfi
Leucocoprinus fragilissimus (Ravenel) Patouillard
Leucocoprinus fragilissimus (Ravenel) Patouillard
Famiglia : Agaricaceae
Genere Leucocoprinus
Sezione Leucocoprinus
Specie fragilissimus
Etimologia Leucocoprinus = Coprinus a spore bianche fragilissimus = molto fragile e
gracile.
Caratteri Macroscopici
Cappello: cm 2-3, dapprima cilindro –conico, poi conico –campanulato, infine espanso,
fragilissimo, biancastro, con piccolo umbone centrale di colore giallo. Cuticola striata in
modo marcato sino al piccolo umbone. Imenoforo:
Formato da lamelle mediamente fitte, fragilissime, biancastre marmoree, con effetto di
trasparenza, libere al gambo.
Gambo: 10 x 0.2 cm., esile
fragile, cilindrico, color biancastro con effetto di trasparenza a riflessi
giallini.
Anello: piccolissimo, fragilissimo ed effimero, ma ben visibile nella parte bassa del
gambo.
Carne: biancastra, fragilissima con rottura vitrea, amara, odore nullo.
COMMESTIBILITA’ IGNOTA
.
Habitat e luogo di raccolta Specie
tropicale, con segnalazioni di nascita in serre di piante tropicali, il soggetto nella foto in
ambiente naturale, in bosco misto di quercia- leccio, monti Peloritani Sicilia –
Orientale.
Caratteri Microscopici
Basidiospore bianche in massa, largamente ellissoidi, ristrette all’apice, poro germinativo
prominente, metacromatiche, micr. 9-11.5 x 6.5-7.5. Foto in blu di cresile 1000
ingrandimenti ( 100X). Giunti a fibbia assenti.
Osservazioni.
Una specie prettamente tropicale, che si fa notare per l’aspetto floreale e la sua incredibile
fragilità. I suoi ritrovamenti sono stati segnalati alcune volte nelle serre, mentre, i
ritrovamenti in ambiente naturale sono rarissimi in Europa. In Italia, in ambiente naturale,
oltre al ritrovamento descritto è stata reperito soltanto nel Lazio alcuni anni fa
Micologo Nicola Amalfi
Macrolepiota excoriata var. rubescens -Bon-
Macrolepiota excoriata var. rubescens -Bon-
Appartenente alla Famiglia delle Agaricaceae, , è una forma rara della Macrolepiota
excoriata da cui si distingue per le dimensioni più ridotte, l’arrossamento della carne
e le spore più piccole. Per quanto riguarda la commestibilità essendo rara ne
sconsiglio l’uso per mancanza di notizie sul suo consumo. Le spore a 1000
ingrandimenti in blu di cresile.
Chloropyllum molybdites (G. Mey ) Massee
Chloropyllum molybdites (G. Mey ) Massee
Famiglia : Agaricaceae
Sezione: Macrolepiota
Genere : Chloropyllum
Specie : molybdites
Amanita ponderosa Malençon & Heim
Amanita ponderosa Malençon & Heim
Famiglia Amanitaceae
Genere Amanita
Sottogenere Amidella
Specie ponderosa
Etimologia Amanita = fungo ponderosa = pesante
Caratteri Macroscopici
Cappello: 3-13 cm., sodo e carnoso, emisferico, convesso, poi piano leggermente convesso, margine arrotondato,
intero, cuticola completamente asportabile, debordante, asciutta, prima biancastra, poi crema – rossastra o rosa
antico carico, con resti di placche di velo generale.
Imenoforo: formato da lamelle fitte, poi poco spaziate, adnate al gambo, con lamellule tronche, biancastre, poi
crema rosate a maturità o alla manipolazione; filo lamellare color mattone nei soggetti maturi.
Gambo: 5-11 x 2-3 cm., corto robusto e massiccio, poi midollloso, cilindrico, poco attenuato alla base, biancastro,
arrossante al taglio o manipolazione, volva ampia e persistente inguainante per i tre quarti, di consistenza papiracea.
La colaorazione va dal biancastro nel fungo giovane per poi passare al color crema e infine bruno rossastro.
Anello: bambagioso, effimero, presto collassato, riducendosi ad una zona anulare brunastra.
Carne: prima soda, poi stopposa, biancastra, arrossante al taglio o pressione. Odore complesso, terroso e di acqua
ossigenata, sapore dolce e speziato; dopo cottura (consumo personale) mantiene l’odore terroso con retro gusto di
bacche di mirto. COMMESTIBILE
Habitat e zona di raccolta
Rara in Italia, segnalata in Sardegna, il ritrovamento personale, in Sicilia sui monti Nebrodi , nel comune di Ficarra
(ME) , su terreno termofilo-xerofilo, argilloso, in bosco di quercia da sughero , con sottobosco di cisto, adibito a
pascolo ovi-caprino.
Caratteri Microscopici
basidiospore bianche in massa, ellissoidali- subcilindriche, amiloidi, micr. 11-13 x 7-9, foto in Melzer 1000
ingrandimenti (100X). Basidi tetrasporici, abbastanza clavati, non arrodondati, micr. 44-88 x 8.5-11.5.
Osservazioni
specie prettamente primaverile nei mesi di febbraio-aprile con crescita semi-ipogea , comune in zone della Spagna e
Portogallo, dove viene largamente consumata con il nome di “gurumelo” rara nel nostro paese. Molto vicina alla A.
curtipes fo. Valens, e A. lepiotoides, con le quali viene tante volte scambiata. Da studi personali si è potuto appurare
che la sua crescita dipende dalla posizione che l’anticiclone delle Azzorre assume nei mesi di febbraio-aprile,
sicuramente favorevole quando si instaura sul Mediterraneo lambendo sino la Grecia.
Amalfi - Galli
Psathyrella marcescibilis ( Britzelm.) Singer
Psathyrella marcescibilis ( Britzelm.) Singer
Famiglia Coprinaceae Genere Psathyrella Sottogenere Psathyra Sezione Spintrigerae Etimologia Psathyrella = piccolo fungo fragile marcescibilis = che non svanisce.
Caratteri Macroscopici
Cortinarius elotus Fries
Cortinarius elotus Fries
Famiglia Cortinariaceae
Genere Cortinarius
Sottogenere Phlegmacium
Sezione Glaucopodes
Specie elotus
Etimologia Cortinarius = con cortina elotus = argilloso
Caratteri macroscopici
Cappello: cm. 5-12, sodo e carnoso, dapprima convesso, poi piano convesso, infine
piano , con margine regolare. La cuticola si presenta lucida e vischiosa con
colorazione rosso- bruno tendente a schiarire con l’età, nettamente amara.
Imenoforo: formato da lamelle mediamente fitte, poi più larghe, dapprima
biancastre, poi grigie infine color argilla carico, con il filo più chiaro e seghettato.
Gambo: 6-8 x 1- cm., sodo carnoso, asciutto, cilindrico, color biancastro, con
sfumature violacee all’apice, il tutto ricoperto da una folta cortina color argilla, alla
base portante bulbo marginato largo e piatto a forma di rapa, di colorazione chiara,
Anello: assente
Carne: dapprima soda e compatta, poi molle e spugnosa, biancastra con sfumature
violacee, , odore di fango di argilla. Reazione bruno chiaro al KOH.
NON COMMESTIBILE
Habitat e zona di raccolta
La specie si presenta con crescita poco comune, preferisce le zone prealpine , sotto
Abete rosso o Bianco, puri, o misti con faggio. Il ritrovamento nella foto in Trentino
Caratteri microscopici
Basidiospore ocra tabacco in massa, a forma di mandorla verrucose, micr.10-12 x 6-
7. Foto in melzer 1000 ingrandimenti (100X). Basidi tetrasporici.
Osservazioni
un bellissimo e poco comune Cortinarius , con una forma che ricalca in modo
eccellente la Sezione. La sua crescita nelle zone nordiche e prealpine. La sua
determinazione a livello macroscopico è quasi subito chiara, infatti la forma , la base
del gambo larga a forma di rapa, la cuticola vischiosa e amara all’assaggio, con
colorazione argilla poi argilla chiaro non lasciano dubbi.
Amalfi – Donini
Cortinarius rufoolivaceus (Pers.) Fries
Cortinarius rufoolivaceus (Pers.) Fries
Famiglia Cortinariaceae
Genere Cortinarius
Sottogenere Phlegmacium
Sezione Laeticolores
Sottosezione Orichalcei
Stirpe Orichalceum
Specie rufoolivaceus
Etimologia Cortinarius = con cortina rufoolivaceus = rosso e olivaceo
Cappello: cm.4-10, dapprima emisferico, poi convesso, infine convesso appianato,
bordo involuto. Cuticola color vinoso pallido, rossiccia al centro, bordo più chiaro
con toni olivastro chiaro.
Imenoforo: formato da lamelle fitte, adnate, color grigio topo con tonalità olivastre.
Gambo: 4- 10 x 1-2 cm., cilindrico, biancastro, con toni in età matura olivastri,
ricoperto da resti di velo biancastri, portante bulbo marginato alla base, di color
bianco-rossastro.
Carne: biancastra, violetto-lilla sotto la cuticola, odore di patata vecchia, reazione
verde oliva poi porpora al KOH. NON COMMESTIBILE.
Habitat: nasce in terreni termofili nella fascia mediterranea, sotto latifoglia.
Microscopia: basidiospore ocra in massa, citriformi, con evidente papilla, micr.10-13
x 5.5-7.Foto in Melzer 1000 ingrandimenti (100X). Basidi clavati, tetrasporici, micr.
29-40 x 8-12.
Note: Spettacolare e facilmente determinabile, per la gamma di colori che assume e
che può assumere, in tutto lo sporoforo. La specie con crescita comune nei boschi
mediterranei, diventa sempre più rara andando verso nord. Molto belle le spore
verrucose e papillate.
Micologo Nicola Amalfi
Cortinarius psathyrobtusus Rob.- Henry
Cortinarius psathyrobtusus Rob.- Henry
Famiglia Cortinariaceae
Genere Cortinarius
Sottogenere Telamonia
Sezione Obtusi
Specie psathyrobtusus
Etimologia Cortinarius = con cortina psathyrobtusus = di stile ottuso
Cappello: cm. 1,5- 5, dapprima conico-campanulato, poi piano con piccolo umbone
ottuso, qualche volta revoluto in esemplari adulti. La cuticola di colore dattero scuro,
più chiara e scanalata al margine , igrofana.
Imenoforo: formato da lamelle strette, adnate al gambo, o decorrenti per un dentino,
concolori al cappello e filo più chiaro
Gambo: 3-7 x 0.5-1.3 cm., cilindrico, a volte compresso, di colore biancastro lucente
con toni ocra, attenuato alla base dove si presenta cespitoso con altri soggetti.
Anello: assente
Carne: esile e fraglie, color ocra chiaro, odore sub nullo, o appena fungino.
NON COMMESTIBILE
Habitat: Specie molto rara, cresce cespitoso in boschi termofili di quercia caduca, o
in boschi misti .
Microscopia: Basidiospore ocra, ellissoidali, micr. 6.2- 7.5 x 4.5-5.5. Foto in Melzer
1000 ingrandimenti (100X). Basidi tetrasporici, micr. 25- 37 x 6-8.5.
Note: Un Cortinario molto raro, con crescita cespitosa, segnalato pochissime volte in
Italia e Europa. Nella ricerca e determinazione , è stato per lungo tempo oggetto di
disputa fra la scuola di Micologia Francese e altre scuole Europee. Per la sua rarità
segnaliamo il reperimento dei soggetti nella foto, avvenuto nel mese di Maggio in
bosco di quercia caduca sui Monti Peloritani, nel Comune di Santa Lucia del Mela
(ME), Sicilia.
Micologo Nicola Amalfi
Entoloma sericeoides ( J. Lange ) Noord.
Entoloma sericeoides ( J. Lange ) Noord.
Famiglia Entolomataceae
Genere Entoloma
Sottosezione Cosmeoxonema
Specie sericeoides
Etimologia Entoloma = con orlo involuto sericeoides = simile alla seta
Caratteri macroscopici
Cappello: cm. 1.5 – 4.5, dapprima convesso, poi appianato – convesso, il centro da
depresso a ombelicato, margine involuto. La cuticola nettamente sericea, color
bronzo- seppia, un po’ più chiara al margine, dove può presentare delle lievi striature.
Imenoforo: formato da lamelle fitte,poi mediamente spaziate, adnate al gambo,
intercalate da lamellule, dapprima grigio-brune, poi con tonalità rosa.
Gambo: 2-4 x 02-07 cm. , cilindrico, con la base un po’ rigonfia, bianca e tomentosa,
longitudinalmente striato e fibrilloso, anche contorto, concolore al cappello.
Anello: assente
Carne: esile, friabile, color ocra pallido, odore complesso erbaceo- farinaceo, non
gradevole. NON COMMESTIBILE
Habitat e zone di raccolta
su terreni calcarei o neutri, asciutti e xerofili, preferibilmente in associazione con
rosaceae, quasi sempre nella stagione primaverile. Reperito nel parco urbano del
Comune di Gualtieri Sicaminò (messina) , Sicilia orientale.
Caratteri Microscopici
basidiospore rosa in massa, isodiametriche, micr. 7-9 x 6-8, foto in melzer 1000
ingrandimenti ( 100X). Basidi tetrasporici micr. 30-40 x 10-15.
Osservazioni
Una specie diffusa in gran parte dell’Europa, ma rara. Fruttifica preferibilmente nei
mesi di Maggio –Giugno, per reperirlo bisogna cercarlo in terreni poveri di azoto,
calcarei, soleggiati, vicino a piante appartenenti al gruppo delle rosacee. Reperirlo in
questi terreni cosi asciutti sembra quasi incredibile, ma nel “Regno Fungi” tutto è
possibile.
Micologo Nicola Amalfi
Entoloma chalybaeum var. lazulinum (Fr.) Noordel.
Entoloma chalybaeum var. lazulinum (Fr.) Noordel.
Famiglia Entolomataceae
Genere Entoloma
Stirpe Lazulinum
Specie chalybaeum var. lazulinum
Etimologia Entoloma = con orlo involuto Chalybaeum var. lazulinum = color acciaio, varietà azzurro blu.
Caratteri Macroscopici
Cappello: cm 1-5, dapprima convesso, poi piano convesso, infine piano depresso al centro, ma mai
ombelicato. Margine da involuto a diritto, striato per trasparenza sino a tre quarti. Cuticola brillante
color azzurro-blu-indaco, con il centro scuro quasi nero.
Imenoforo: lamelle mediamente larghe, intercalate da lamellule, adnate al gambo, color blu
ultramarino-indaco negli esemplari giovani, poi con sfumature rosate. Bordo intero.
Gambo: 2-7 x 01-05 cm., cilindrico, slanciato, alcune volte compresso con solco longitudinale,
color blu-indaco- violaceo in età giovanile, poi più chiaro, pruinoso all’apice, liscio altrove, con
base tomentosa e bianca.
Anello: assente
Carne: sottile e fragile, color blu pallido-indaco, odore che ricorda le mani unte d’olio. NON
COMMESTIBILE
Habitat e zone di raccolta:
Specie saprotrofa in terreni erbosi sia boschivi che praticoli in condizioni di spiccata umidità dopo
abbondanti piogge. Il soggetto nella foto reperito in agrumeto , in Sicilia orientale.
Caratteri Microscopici:
Basidiospore rosa in massa, non isodiametriche, micr. 8-12 x 6-8.5. Foto in acqua 1000
ingrandimenti ( 100 X ). Basidi tetrasporici e bisporici.
Osservazioni:
il suo colore è affascinate, se reperito in condizioni climatiche umide, dona tutta la sua bellezza e
lucentezza. Macroscopicamente differisce dalla specie tipo per la presentata striatura sul pileus e per
la mancanza si squamulosità.
Nasce meno frequente della specie di appartenenza, essendo cosi, un vero gioiello micologico.
Micologo Nicola Amalfi
Boletus flavosanguineus Lavorato & Simonini
Boletus flavosanguineus Lavorato & Simonini
Famiglia Boletaceae
Genere
Boletus
Specie flavosanguineus
Etimologia Boletus = fungo di zolla flavosanguienus = color giallo e sangue
Cappello: sino ad un massimo di mm.100 di diametro, dapprima convesso, poi piano
convesso, superficie tomentosa, margine irregolare, cuticola feltrata, con colorazione giallo
rossastro-vermiglio.
Imenoforo: formato da tubuli e pori staccabili dal cappello, i tubuli si presentano lunghi,
adnati sub decorrenti al gambo, di colore giallo, azzurro-blu al taglio, i pori dapprima
piccoli, poi grandi e angolosi, di colore giallo con qualche nota di rossastro, azzurro-blu
alla pressione.
Gambo: irregolare, lungo, largo all'apice, poi stretto alla base, e molto radicante,
colorazione di fondo giallo, al tocco bluastro, poi rosso vermiglio, asciutto.
Carne: soda , poi molle, gialla, tendente all'azzurro-blu al taglio, odore fungino con note
di frutta in fermentazione, sapore dolce. Commestibilità non accertata.
Habitat: in terreni termofili ma soffici sotto latifoglia, con preferenza per quercia e faggio.
Basidiospore: bruno-olivastro, forma ellittica, micr.13-16 x 6.5-7.5, foto in acqua 1000
ingrandimenti (100X)
Note: una specie rara, di recente determinazione, confusa spesso con altre specie che per
fattori climatici e ambientali si avvicinano alla determinazione macro. Più volte è stato
descritto come una versione molto vicina al Boletus pulverulentus, la cosa a parere dello
scrivente non rispecchia la realtà, in quanto le due specie dimostrano di essere due taxon
diversi. Anche il viraggio violento e nerastro nel B. pulverulentus , si dimostra qui più
mite. Inoltre la forma e la misura delle spore ne concretizzano l'estrema differenza.
Micologo Nicola Amalfi
Favolaschia calocera R. Heim
Favolaschia calocera R. Heim
Gli sporofori, si presentano con forma semicircolare, convessa o reniforme , con consistenza elastica e carne soffice, molto piccoli con una misura che può arrivare a 18 mm. di diametro. La superficie si presenta liscia con una falsa reticolatura dovuta agli ampi pori che si trovano nella parte inferiore. La colorazione può variare dall’arancio al giallo intenso . I pori si presentano larghi e irregolarmente allungati. Il gambo o stipite, viene a trovarsi in una zona laterale , concolore al resto dello sporoforo . Questa specie prettamente tropicale, con crescita cospicua in Tanzania, Madacascar e Nuova Zelanda è stata rinvenuta per la prima volta in Italia nella Regione Liguria. La foto mostra il nostro ritrovamento in Sicilia, nel Comune di Gualtieri Sicaminò, su legnetto di “Sambucus nigra. Per motivi tecnici la foto è stata corretta con photoshop in quanto il ritrovamento era devastato da un decespugliatore. La microscopia presenta le spore che misurano micr.9.5-13 x 6-9 ,cheliocistidi echinulati . Foto a 1000 ingrandimenti in soluzione di acqua con idrossido di potassio.
Micologo Nicola Amalfi 2022
Pisolithus arhizus ( Pers.) Rauschert
Pisolithus arhizus ( Pers.) Rauschert
Gruppo Gasteromiceti
Genere Pisolithus
Specie arhizus
Etimologia Pisolithus = pisello di pietra arhizus = senza radice
Carpoforo: con dimensioni che arrivano a 15 cm. di diametro e lunghezza fino ai 30
cm., ha forma variabile , globoso a lungo piriforme, da claviforme a reniforme. Alla
base e provvisto da una parte sterile affondata generalmente nel terreno.
Peridio: dapprima liscio, con colorazione che va dal biancastro al biancastro giallo,
dopo color bruno –ocra, bruno scuro.
Gleba: si presenta molto caratteristica, con disegno evidente a nido d’api, formata da
peridioli giallo zolfo in gioventù, lisci succosi, poi color caffè e polverosi, il tutto si
trasforma in una polvere formata da miriadi di spore che fuoriesce dalla parte
superiore che si lacera in modo molto evidente.
Gambo: Pseudo gambo costituito dalla parte sterile .
Anello: assente
Carne: costituita dalla gleba, si presenta compatta e succosa, secernente alla
pressione un liquido giallastro con potere altamente colorante. Odore penetrante non
da tutti gradito. COMMESTIBILE
Habitat: nasce generalmente in terreni poveri di calcio, sabbiosi, dopo bevi piogge,
sia sotto latifoglia che aghifoglia.
Microscopia: basidiospore color bruno caffè, globose, ornate da evidenti aculei,
micr. 8-12: Foto in acqua 1000 ingrandimenti (100X).
Note: una specie molto particolare, con crescita poco comune, dapprima semi ipogea,
poi con uno sporoforo che si erge anche per oltre 30 cm. lacerato e polveroso. La
sua crescita è più frequente nell’aria mediterranea, dove viene raccolto e consumato
quando giovane. A causa del suo potere colorante, veniva usato in passato per
colorare la lana. Viene chiamato anche “Tartufo di Boemia”.
Micologo Nicola Amalfi